12 - L'Inferno
In alcune preghiere, vedi l'Atto di dolore, diciamo che in base al peccato meritiamo i castighi di Dio. Quali sono questi castighi? Non sono, assolutamente, le malattie o le disgrazie che colpiscono l'uomo, ma il fatto che peccando volontariamente ci allontaniamo da Dio, dalla sua vita.
I castighi, quindi, non vengono da Dio ma da noi e sono ben meritati. Il castigo del peccato, mortale, è il nostro meritare l'inferno.
Oggi anche tra i cristiani è diffusa l'opinione che l'inferno non esista. Perciò ascoltiamo con più attenzione ciò che la Parola di Dio ci dice in merito.
Lc 16, 19-23: C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dogli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando all'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.
Questo, come tanti altri brani, dimostra l'esistenza dell'inferno e il fatto che da esso non si può uscire; l'anima non riesce più a ricongiungersi a Dio. L’inferno è maggiormente simbolizzato come un posto pieno di fuoco; ma cosa simboleggia il fuoco? Il fuoco è usato, di solito, per simboleggiare l'amore, la rabbia e il dolore. Nel nostro caso parliamo di rabbia e dolore:
- Dolore perché dopo la morte, l'anima vuole tornare a Dio, ma la legge Divina la allontana e la tiene distante da Dio per giustizia a causa del peccato. Quindi l'amore è il grande desiderio, il dolore, che ha l'anima di riunirsi a Dio.
- Rabbia perché l'anima è cosciente degli errori fatti sulla terra, errori non più riparabili; l'anima ha, quindi, un tormento costante.
L’inferno non è altro che la conseguenza delle scelte della nostra vita; non è Dio che sceglie per noi, ma è la nostra condotta di vita che può condannarci.
Mt 10, 28: E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno il potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna.
La Geenna era un inceneritore, una discarica, che si trovava subito fuori della città di Gerusalemme ed è stata usata da Gesù come il simbolo dell'inferno a causa delle fiamme che erano presenti.
Mt 18, 6: Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appeso al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare.
Lo scandalo è quella realtà peccaminosa che conduce una persona all'inferno, e consiste nell'indurre un'altra persona a peccare.
Mt 25, 41: Poi dirà a quelli alla sua sinistra: via, lontano da me, maledetti nel fuoco eterno preparato per il diavolo e per i suoi angeli.
Il primo scopo del demonio è quello di nascondere la sua esistenza, in modo da far peccare gli altri senza che questi se ne rendano conto.
Gv 8, 5 l : In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte.
Cosa intende Gesù affermando che l'anima non vedrà la morte? L’anima che ascolta le parole di Gesù, e le mette in pratica, non si allontanerà da Dio; l'anima, in quanto è ad immagine di Dio, è immortale e non può morire, ma può morire agli occhi di Dio, cioè per Dio l'anima non c'è più.
Gv 6, 48-49: Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno Mangiato la manna del deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Chi si nutre di Gesù, tramite l'eucaristia e il vangelo operando nella carità di Dio, vivrà in eterno; la sua anima non morirà agli occhi di Dio. Ricordiamoci, come cristiani, di celebrare degnamente l'eucaristia domenicale per viverla ogni giorno della nostra vita. Gesù è l'unica via per giungere alla vita eterna.