14 - Il Paradiso
2 Cor 12, 2-4: Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori dal corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest’uomo - se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito in Paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare.
L’esperienza personale di Paolo indica che il Paradiso è indicibile, cioè è un luogo che non si può descrivere e non ha nulla a che vedere con quello che immaginiamo su questa terra.
1 Cor 2, 9: Sta scritto infatti: quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste Dio ha preparato per coloro che lo amano.
In questi passi si parla chiaramente del Paradiso, di cose di cui l'uomo non ha conoscenza. Esse sono date in ricompensa a quegli uomini di fede che amano Dio. La dimostrazione di questo amore è nell'esemplarità della vita, condotta in un cammino di perfezione e di santificazione.
Fil 1, 21-24: Per me, infatti, il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa debbo scegliere. Sono messo alle strette, infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; d’altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne. Paolo, avendo vissuto probabilmente l'esperienza del Paradiso (vedi sopra), dichiara di essere indeciso nella scelta del voler morire per ritornare da Gesù o se continuare a vivere per evangelizzare.
2 Cor 5, 10: Tutti, infatti, dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male.
Tutti noi riceveremo una ricompensa, ma chi la riceverà se il corpo non c'è più? Ebbene, ciò che viene distrutto è il nostro corpo mortale. Ciò che continua a vivere è il nostro vero corpo, che insieme alla nostra anima traccia i lineamenti della nostra vera esistenza. Infatti per corpo non dobbiamo intendere la nostra materialità, ma la nostra forma umana che è corpo e anima. Cercherò di chiarire con un esempio; un gruppo di persone che lotta per gli stessi ideali e sono solidali tra di loro formano uno spirito di corpo, anche quando non sono insieme. Chi è che ci da l'idea che tante persone, anche lontane tra di loro (possiamo dire quando il gruppo non è visibile) formano lo stesso un corpo? Appunto, lo spirito che li unisce.
Quindi il corpo è un concetto che, come l'anima, va ben al di la della materialità, a cui noi erroneamente ci riferiamo.
Ma dove si trova il Paradiso? La Bibbia afferma che si trova nei cieli, luogo che simboleggia la sede di Dio.
Fil 3, 20-21: La nostra patria invece, è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Quando moriamo il nostro corpo viene asperso, dal sacerdote, con l'acqua benedetta: essa ricorda il nostro battesimo che ci rende eredi del Paradiso. Inoltre il corpo viene incensato, cioè viene preparato per il giorno della risurrezione quando alla fine del mondo risorgerà, comparirà davanti a Dio trasformato in corpo glorioso (un corpo che non patirà né la fame, né il dolore, né la malattia). Per descrivere il Paradiso vengono usati dei simboli come il banchetto, dove si mangia e si beve. Il banchetto è il simbolo dell'unione che ci sarà con Dio e con gli altri; ma in Paradiso non c'è la materia (segno di corruzione). Il corpo glorioso e l'anima non hanno bisogno di mangiare e bere, questi ultimi sono simboli di festa.
Ap 22, 10-11 : Poi aggiunse: non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino. Il perverso continui pure ad essere perverso, l'impuro continui ad essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora.
Questo brano ci descrive la separazione che ci sarà alla fine del mondo, tra chi merita di andare in Paradiso e chi merita di andare nell'Inferno.
Ap 22, 3-5: E non vi sarà più maledizione. Il trono di Dio e dell'Agnello sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno; vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sullo fronte. Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli.
Questa è una descrizione di come si starà in Paradiso, della gioia che si proverà nel vedere Dio e nel portare in eterno il suo nome.
Ap 21, 3-4: E poi udii una voce potente che usciva dal trono: ecco lo dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il Dio-con-loro. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi, non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di primo sono passate.
Il Paradiso è la dimora di Dio con gli uomini; non ci saranno più le cose di prima, cioè della vita terrena; non ci sarà più morte, né dolore.
Ap 21, 8: Ma per i vili e gli increduli, gli obietti e gli omicidi; gli immorali, i fattucchieri, gli idolatri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. E' questa la seconda morte.
Viene presentata una lista di persone che non andranno in Paradiso; notiamo in particolare i fattucchieri, i maghi, i cartomanti) e i vili (coloro che non hanno voluto scegliere, o quelli che hanno rinunciato a decidere se credere o meno).
1 Cor 6, 9- 10: O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il Regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il Regno di Dio.
Concludiamo la descrizione del Paradiso con un'altra lista di persone che non vi entreranno.