25 - L'Anima
Gen 2, 7: Allora il Signore Dio plasmò con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
Dopo aver creato l'uomo, Dio offre qualcosa che, durante tutta la creazione, non aveva offerto alle altre creature: un alito di vita. Questo alito di vita è l'anima, la parte immateriale dell'uomo.
Gen 1, 26: E Dio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza.
Dio ha creato l'uomo a sua immagine, ma non perfettamente identico a se; infatti c'è la somiglianza. Noi uomini abbiamo l'immagine di Dio in noi, l'immortalità dell'anima, nonostante questa immagine (come il riflesso di uno specchio) non siamo come Dio in quanto abbiamo la somiglianza: Dio ha natura divina, noi natura umana.
Gen 25, 8-9: Poi Abramo spirò e morì in felici canizie, vecchio e sazio di giorni; e si riunì ai suoi antenati. Lo seppellirono i suoi figli, Isacco e Ismaele, nella caverna di Macpela, nel campo di Efron, figlio di Zocar, l'Hittita, di fronte a Mamre.
Dopo la morte del nostro corpo ci riuniamo ai nostri antenati, non perché veniamo sepolti con loro; infatti Abramo viene sepolto lontano dai suoi antenati. La nostra anima si riunisce ai nostri cari che ci precedono. Secondo gli ebrei, il luogo dove le anime delle persone defunte si riuniscono dopo la morte, è lo Sheol (l'Ade per i greci e Inferi per i latini), Le anime delle persone che sono morte, prima della venuta di Gesù sulla terra, si riunivano nello Sheol. Subito dopo la sua morte Gesù discese nello Sheol, per liberare le anime dei giusti e portarle in Paradiso.
Lc 23, 39-43: Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: Non sei il Cristo? Salva te stesso e anche noi! Ma l'altro lo rimproverava: Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni; Egli invece non ha fatto nulla di male. E aggiunse: Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno. Gli rispose: In verità ti dico, oggi sarai con me in Paradiso.
Il v. 43 pone chiarezza sulla questione della vita dopo la morte, nonostante alcune obiezioni alzate da parte di alcuni gruppi religiosi. Gesù afferma chiaramente che subito dopo la morte l'anima va in Paradiso e poi, nel giorno del giudizio universale, risorgerà anche il corpo. I testimoni di Geova travisano la frase di Gesù e spostando una virgola nella frase pronunciata (In verità ti dico oggi, sarai con me in Paradiso), rendono il senso della frase in maniera diversa; si afferma che l'anima va in Paradiso, ma non subito dopo la morte.
I Testimoni di Geova non credono nell'esistenza dell'anima, ma solo che nel giorno del Giudizio Universale risorgerà il corpo; prima di ciò nessuno è salito in Paradiso.
Questa concezione nasce da un'interpretazione errata del termine anima. Secondo i Testimoni di Geova anima vuol dire essere vivente e quindi l'anima è la vita; proprio per questo essi non possono credere nell'entrata dell'anima in Paradiso dopo la morte.
Dopo la morte del corpo bisogna attendere la fine del mondo per giungere in Paradiso; questo però si contrappone con la certezza dei cristiani e dei primi apostoli di una vita subito dopo la morte: Per me, infatti, il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa debbo scegliere. Sono messo alle strette, infatti, tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; d'altra porte, è più necessario per voi che io rimango nella carne (Fil 1, 21-24).
San Paolo è indeciso perché vorrebbe morire per raggiungere Gesù in Paradiso, e dato che lui già è stato lì (d. 2Cor 12, 2-4; si tratta di una esperienza mistica del Paradiso), sa cosa lo aspetta. Se l'anima non raggiungesse il Paradiso subito dopo la morte, questa affermazione di San Paolo non avrebbe senso, né avrebbe senso la sua fretta se, dopo la morte, avesse raggiunto il Paradiso alla fine dei tempi.
Ricapitolando, quando il nostro corpo muore, qualcosa sopravvive: è l'anima che non vedrà mai la morte (d. Gv 8, 51) in quanto è immagine di Dio.
Mt 10, 28: E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno il potere di uccidere l'animo; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna.
Che senso ha parlare di anima immortale quando è Gesù stesso che afferma che essa può morire? In effetti Gesù si riferisce a Satana che può far morire l'anima, nel senso che la allontana agli occhi di Dio, muore per Dio.
Quando il nostro corpo muore, questo viene incensato perché alla fine del mondo risorgerà e si unirà all'anima in un corpo glorioso che non patirà né fame, né sete, proprio come il corpo di Gesù dopo la sua risurrezione.