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Testo Sussidio:

DIOCESI DI ROMA

 

«SI SENTIRONO TRAFIGGERE IL CUORE» (At. 2,37)


LA GIOIA DI GENERARE ALLA FEDE NELLA CHIESA DI ROMA

Sussidio per la verifica pastorale 2011-2012

 

 

Presentazione

Il presente Sussidio si propone di facilitare il lavoro di verifica sul tema dell’anno pastorale 2011-2012 «Si sentirono trafiggere il cuore» (At 2,37). La gioia di generare alla fede nella Chiesa di Roma.

Le comunità parrocchiali e le diverse cappellanie e realtà ecclesiali sono chiamate ad interrogarsi sul loro modo di “far diventare cristiani” attraverso gli itinerari di iniziazione e di riscoperta della fede.

Nel Convegno del 13-16 giugno scorso il Discorso del Santo Padre e la mia Relazione hanno proposto le linee di orientamento delle assemblee a cui dovranno essere invitati soprattutto gli operatori pastorali che si dedicano all’iniziazione cristiana e quanti altri fedeli potranno essere coinvolti in questo specifico servizio ecclesiale.

Sulla base di alcune domande, che sintetizzano le questioni ampiamente presentate al Convegno, sarà importante che ogni parrocchia esamini la prassi di iniziazione cristiana fin qui seguita e formuli suggerimenti e proposte migliorative che formeranno oggetto del Convegno 2012. Confidiamo che da questo lavoro pastorale potranno emergere orientamenti diocesani condivisi. Le proposte delle assemblee parrocchiali dovranno pervenire in Vicariato entro il 10 marzo 2012.

Come già annunciato, l’Ufficio Catechistico diocesano, a partire dal prossimo ottobre, d’intesa con i Vescovi Ausiliari e i Prefetti, organizzerà nelle prefetture tre incontri formativi per presentare i tre ambiti dell’iniziazione cristiana.

Possa la nostra comune passione per l’annuncio del Vangelo irradiarsi in un programma di azione pastorale concreto e condiviso.

 

Dal Laterano, 1 luglio 2011

Agostino Card. Vallini Vicario Generale del Santo Padre per la Diocesi di Roma

 

Prima Parte

I testi di riferimento per le Assemblee di verifica sono le indicazioni pastorali del Sinodo diocesano1, il Discorso del Santo Padre al Convegno diocesano 2011 e la Relazione del Cardinale Vicario.

 

1. E’ necessario che la prima Assemblea parta dalla presentazione e discussione del concetto di “iniziazione cristiana”, così come è stato presentato dal Cardinale Vicario nella relazione al Convegno, avendo sullo sfondo le indicazioni del Sinodo diocesano che chiedevano di ripristinare l’itinerario catecumenale per gli adulti e di elaborare un itinerario continuativo di fede per le nuove generazioni. Sinteticamente si tratta di essere d’accordo che l’iniziazione cristiana non si esaurisce negli incontri di catechesi che preparano ai Sacramenti e che la catechesi non ha termine con la celebrazione dei sacramenti, ma consiste in un cammino spirituale che fa diventare cristiani attraverso i sacramenti.

Quando si è raggiunto il consenso dei partecipanti sul concetto corretto di iniziazione cristiana, si ponga la domanda:

- Quanto i nostri itinerari di iniziazione raggiungono lo scopo di accompagnare ad un progressivo cambiamento di mentalità e di vita che introduce nel mistero di Cristo, con la forza trasformante del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucarestia? Al termine dell’iniziazione cristiana le persone decidono di vivere da cristiani e sono perseveranti?

 

2. Per evidenziarne i punti di forza o di debolezza dei nostri itinerari, esaminiamo distintamente gli elementi essenziali dell’iniziazione cristiana: l’ascolto della Parola (cfr. Rm. 10, 17), la celebrazione dei Sacramenti, la testimonianza dell’Amore-carità e l’educazione alla preghiera.

 

1) La Parola di Dio suscita la fede e la alimenta, portando all’incontro personale con Cristo, il Signore vivente. Se non c’è un incontro con Cristo, non vi sarà nemmeno il desiderio di conoscerlo, di amarlo e di seguirlo. Questo è il compito della catechesi, la quale però non deve soltanto «insegnare la fede, ma suscitarla incessantemente con l’aiuto della grazia, aprire i cuori, convertire, preparare un’adesione globale a Gesù Cristo per coloro che sono ancora alle soglie della fede. Questa preoccupazione ispira [...] il tono, il linguaggio, il metodo della catechesi» (Giovanni Paolo II, Esort. Apost. Catechesi tradendae, n. 19).

1 Cfr. Libro del Sinodo della Diocesi di Roma, 1993, pp. 115-117; 129-136.

Si domanda:

- Quanto la nostra catechesi riesce a far incontrare la persona del Signore?

Se non riesce, perché ? La Parola di Dio, soprattutto il Vangelo, suscita attrazione?

- Le nostre comunità oggi si misurano con un fatto nuovo: la crescente ignoranza del cristianesimo – e del cattolicesimo – nei suoi tratti essenziali. Che cosa si suggerisce per colmare questa lacuna?

 

2) I discepoli di Emmaus, il cui cuore era stato riscaldato lungo la via, riconobbero il Signore Vivente allo spezzar del pane (Lc 24,30-32). Nei sacramenti si incontra e si riconosce Cristo.

Si domanda:

- Nella nostra parrocchia i sacramenti vengono celebrati in un clima di fede che fa riconoscere la presenza del Signore Risorto? Che cosa lo favorisce? Che cosa lo ostacola?

 

3) Dalla vita sacramentale scaturisce la carità da testimoniare nella vita buona secondo il Vangelo.

Si domanda:

- Come i genitori, i bambini e i ragazz, dopo aver ricevuto i sacramenti, testimoniano nella vita quotidiana l’Amore-carità al prossimo?

 

4) L’iniziazione cristiana è anche itinerario alla preghiera.

Si domanda:

- In che modo il nostro itinerario educa alla preghiera ?

 

3. L’iniziazione cristiana è un itinerario lungo, durante il quale la catechesi, l’esperienza sacramentale, la testimonianza della carità e l’educazione alla preghiera si completano a vicenda.

Si domanda:

- Quali esperienze positive hanno favorito la globalità dell’esperienza? Quale prassi ha ostacolato che i quattro aspetti interagissero?

- Potete registrare nella vostra parrocchia una certa "creatività catechetica" che tenga conto del contesto, della cultura e dell’età dei destinatari? E’ valorizzato il patrimonio di storia e di arte che Roma custodisce, utilizzando nella catechesi la "via della bellezza" che conduce a Colui che è la Bellezza?

 

4. L’iniziazione cristiana è un atto ecclesiale, perché è la fede della Chiesa che viene annunziata, vissuta e testimoniata. Far diventare cristiani spetta anzitutto alla comunità ecclesiale. “La parola della fede rischia di rimanere muta, se non trova una comunità che la mette in pratica, rendendola viva ed attraente, come esperienza della realtà della vera vita” (Benedetto XVI, Discorso al Convegno diocesano 2011).

Si domanda:

- Quanto la vita parrocchiale è essa stessa educativa, perché è percepita come la casa accogliente dove è bello “abitare”?

- Molti fedeli vivono l’iniziazione cristiana dei loro figli e le loro tappe sacramentali come eventi religiosi privati e di famiglia, ma non di comunità. Che cosa può aiutare ad invertire questa tendenza?

 

Seconda Parte

1/ L’iniziazione cristiana degli adulti e gli itinerari di riscoperta della fede

 

1. «L’annuncio del Vangelo ai tanti non battezzati di una città cosmopolita, sempre più multietnica e multi religiosa, oggi si è fatto più che mai urgente» (Relazione del Cardinale Vicario).

Si domanda:

- La parrocchia è attenta ad aprire le porte del Vangelo a questo mondo in ricerca? Con quali mezzi?

- La prassi del catecumenato quali frutti ha portato e quali suggerimenti può offrire?

- Il catechista è un mistagogo, cioè è colui che prende per mano e, attraverso le diverse tappe, introduce nei sentieri della fede fino all’incontro con Cristo. Esistono catechisti dedicati esclusivamente ad accompagnare i catecumeni? Che preparazione hanno ricevuto?

 

2. Non pochi battezzati, che vivono ai margini della vita ecclesiale, in occasioni diverse “si riavvicinano” alla Chiesa e domandano di conoscere il Vangelo. Ad essi va rivolta una speciale cura pastorale. E’ imprescindibile anzitutto l’esempio attraente dei testimoni della fede, che con coraggio, con convinzione e con gioia annuncino Gesù Cristo e mostrino la ragionevolezza della fede in Lui.

Si domanda:

- Cosa significa per la nostra diocesi di Roma prendere consapevolezza del fatto che la fede, anche per i fedeli battezzati, non può essere presupposta ma deve essere proposta?

- Quali sono i limiti della catechesi in merito all’annunzio del Vangelo che debbono essere affrontati con coraggio?

- Quali proposte ed esperienze possono essere suggerite per l’accompagnamento di chi si riavvicina alla fede e per i cammini della Cresima dei giovani-adulti?

- I catechisti sono preparati allo scopo?

 

2/ La pastorale del Battesimo e il ruolo educativo alla fede dei genitori fin dalla tenerissima età

 

«La nascita di un figlio per la stragrande maggioranza delle famiglie è un evento che offre l’occasione di ripensare alla fede… Accanto a famiglie cristiane, ve ne sono altre che, prese dagli affanni quotidiani, trascurano abitualmente la pratica religiosa e la nascita di un bambino fa riemergere il bisogno di Dio e vogliono che il figlio riceva gli stessi doni che hanno ricevuto loro da piccoli. Ve ne sono poi altre, per lo più lontane dalla fede, che avvertono in maniera confusa il “mistero” della vita, percepiscono nella loro creatura qualcosa di grande, per cui desiderano assicurarle tutto ciò che può farle del bene. Resto convinto che la richiesta del Battesimo è una occasione pastorale molto feconda e può costituire una svolta nel cammino spirituale di una famiglia, passando da una fede di tradizione ad una fede di elezione” (Relazione del Cardinal Vicario al Convegno dello scorso giugno).

Si domanda:

- Come gli incontri di preparazione al Battesimo possono incidere nel far riscoprire ai genitori la gioia della fede e il loro compito educativo? Conoscete esperienze positive al riguardo?

- Può la parrocchia individuare giovani coppie e consacrati disposti a diventare catechisti del Battesimo e dell’accompagnamento dei genitori anche dopo il battesimo?

- Si desidera per essi una preparazione specifica a livello di prefettura?

- Come sostenere l’impegno dei genitori nell’educare alla vita buona del Vangelo i loro piccoli fin dalla più tenera età?

- Esistono esperienze positive di accompagnamento che, a partire dalla preparazione del Battesimo dei bambini, hanno promosso la nascita di piccole comunità di giovani famiglie che si ritrovano periodicamente nelle case con i loro catechisti per un cammino di fede e di amicizia. E’ pensabile una esperienza del genere nella vostra parrocchia?

 

 

3/ L’iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi. Comunità cristiana e famiglia.

 

Gli itinerari di iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, battezzati da piccoli, costituiscono senza dubbio l’ambito più difficile ed una vera sfida pastorale. Queste le ragioni principali: la consuetudine di far consistere l’iniziazione cristiana nel catechismo per i sacramenti, l’assenza molto frequente dei genitori dai cammini di fede dei loro figli, spesso religiosamente abbandonati a se stessi, le fasi tipiche della crisi dell’adolescenza, l’attrazione degli stili di vita dei coetanei, l’influsso pervasivo dei mezzi di comunicazione sociale. Nondimeno la prima adolescenza è anche il tempo per promuovere nei ragazzi il dinamismo positivo della maturazione intesa come riappropriazione cosciente e critica di ciò che finora hanno vissuto per tradizione.

Verificare l’efficacia degli itinerari di iniziazione cristiana vuol dire interrogarsi su qual è la proposta che la parrocchia riesce ad offrire per accompagnare bambini e ragazzi a voler vivere da cristiani, nonostante tutto. E’ necessario un grande impegno, ma anche capacità creativa per attrarre alla bellezza della fede.

La scelta del Sinodo diocesano è stata quella di dar vita ad un “processo educativo e catechistico continuativo di iniziazione cristiana, collocando al suo interno le tappe sacramentali”2.

Si domanda:

- Su quali punti - contenuti ed esperienze - l’itinerario di iniziazione cristiana della nostra parrocchia è bello ed appassionante e su quali è carente?

- Che cosa la parrocchia ha messo in campo con pazienza e perseveranza per coinvolgere i genitori in un patto educativo a favore dei loro ragazzi? Quali esperienze si sono rivelate significative?

- Sul piano concreto, di primaria importanza è la figura del catechista: l’autorevolezza, la capacità di accoglienza, la cordialità, la preparazione dottrinale, il gusto di proporre la gioia della fede narrata come esperienza personale. Si riscontrano queste qualità?

- I nostri ragazzi chiedono di conoscere le verità della fede e i comportamenti morali cristiani, nonché le loro motivazioni. Gli itinerari di iniziazione rispondono a questo scopo?

- Per quali fasce d’età si incontrano maggiori difficoltà ad avere catechisti, animatori e sussidi adatti:

- fanciulli (nei primi anni della scuola elementare)

- bambini (negli ultimi anni della scuola elementare)

- preadolescenti (negli anni della scuola media)

- adolescenti (negli anni delle scuole superiori)

2 Libro del Sinodo, cit. p. 136.

 

- Gli itinerari di formazione dei catechisti sono offerti dalla parrocchia o dalla prefettura? Con quali frutti, quanto alla qualità?

- L’iniziazione è strutturata in tempi e tappe, nelle quali hanno importanza l’ambiente formativo, la vita di gruppo e di oratorio, la testimonianza e la vicinanza non solo dei catechisti, ma anche di giovani poco più grandi dei bambini e dei ragazzi, nei quali possono riconoscere che la fede è bella da vivere.

Tutto ciò è praticato nella vostra parrocchia?

- L’esperienza ci dice che uno dei punti più critici dell’itinerario di iniziazione come processo globale di crescita dei ragazzi e dei giovanissimi è la celebrazione dei divini Misteri. Sulla base della vostra esperienza, cosa potete suggerire per una riuscita formazione eucaristica e del sacramento della penitenza? Quali difficoltà avete incontrato e ancora non avete superato? Come si può superare il disinteresse delle famiglie per la Messa domenicale?

- Come il rito di accoglienza all’inizio dell’itinerario annuale, la “traditio” del Simbolo, del Padre nostro e del Vangelo, le diverse celebrazioni della Parola, le celebrazioni penitenziali possono essere di aiuto per coinvolgere i genitori e la comunità?

- Come favorire la continuità del cammino dei ragazzi dopo l’iniziazione cristiana?

La verifica non intende eludere alcuni aspetti problematici:

-la prassi notevolmente diversa dell’iniziazione cristiana nelle parrocchie e talvolta la ricerca di vie brevi da parte delle famiglie che si rivolgono a parrocchie compiacenti non aiuta lo svolgersi di itinerari fruttuosi. Cosa dire della richiesta avanzata da molti parroci di una maggiore unitarietà degli itinerari? Che cosa si suggerisce?

- che cosa dire della proposta di orientare gradualmente le comunità e le famiglie a che l’età da preferire per l’ammissione alla Confermazione sia quella dei 14-15 anni, vale a dire il 1°-2° delle superiori?

- che cosa si può suggerire per valorizzare la figura e la funzione del padrino nei sacramenti dell’iniziazione cristiana? Avete delle esperienze positive al riguardo?

- avete delle esperienze positive da suggerire per gli itinerari di iniziazione cristiana di bambini e ragazzi portatori di handicap?

 


 

Incontri di formazione nelle Prefetture

 

Per rendere più fruttuosa la verifica pastorale si è ritenuto opportuno che le Prefetture offrano tre incontri formativi nei primi mesi del nuovo anno pastorale per tutti i catechisti sui seguenti temi:

- Annuncio della fede e iniziazione cristiana. Catecumenato e itinerari di riscoperta della fede.

- Le dimensioni costitutive dell’iniziazione cristiana dei bambini e ragazzi. Comunità cristiana e famiglia.

- La pastorale del Battesimo e il ruolo educativo alla fede dei genitori fin dalla tenerissima età.

 

 


 

Commissioni di studio

 

Mentre si svolgerà la verifica nelle diverse parrocchie e comunità quattro Commissioni di studio lavoreranno in Vicariato sui seguenti argomenti:

1/ Gli itinerari di primo annunzio, Catecumenato e Confermazione per giovani ed adulti

2/ Gli itinerari per bambini e ragazzi (dai 7 ai 15 anni) e per le loro famiglie

3/ Gli itinerari di pastorale battesimale per le famiglie (dalla preparazione al Battesimo ai 6 anni dei figli)

4/ La formazione di base dei catechisti

Le Commissioni riferiranno al Consiglio dei Prefetti e al Consiglio Pastorale Diocesano.